Davide “Dax” era un militante antifascista sempre in prima linea nelle lotte sociali ucciso a coltellate da 3 neofascisti a Milano nel 2003. La sera stessa del suo omicidio polizia e carabinieri compiono violentissimi abusi e pestaggi ai danni de* suo* compagn* all’ospedale San Paolo. È la Notte Nera di Milano. Per questi fatti verranno condannati pesantemente 2 compagni. Come alla Diaz: massacri, menzogne, condanne.
La nostra, però, rimane una verità scritta nel sangue, che nessuna ricostruzione giuridica di comodo potrà mai cancellare.
Dopo l’omicidio di Dax, e successivamente a una fase di aggressioni e assalti, i fascisti, coperti a tutti i livelli, hanno cominciato a infiltrarsi nelle istituzioni; un processo di copertura politica che oggi si aggrava ancor più col nuovo governo Meloni. D’altra parte non dimentichiamo nemmeno il ruolo di un partito come il PD, responsabile tanto quanto la destra negli ambiti di repressione e macelleria sociale.
A noi spetta il compito di combattere contro il neofascismo tutto, istituzionale o di strada che sia, esprimendo un antifascismo non a difesa della democrazia attuale, ma atto a distruggere questo sistema autoritario e patriarcale.
Come ci insegna la storia, il fascismo è stato sempre a servizio del capitale e dei padroni. Ancora oggi, in un’epoca di crisi globale, i camerati assolvono questa funzione sociale fomentando la guerra tra poveri e ostacolando di fatto la costituzione di un fronte di classe unito. Sempre più si avanza verso la totale atomizzazione dei tessuti sociali.
Inoltre nell’attuale crisi sistemica, caratterizzata da una vita sempre più precaria, le lotte sociali incontrano la durezza crescente della repressione: esempio lampante è la vicenda di Alfredo Cospito, giunto oggi (18 gennaio) a oltre 90 giorni di sciopero della fame contro il regime carcerario e del 41 bis, cui è condannato. Esprimiamo la nostra totale solidarietà alla sua lotta che è parte integrante della nostra contro fascismo, autoritarismo e capitalismo.
Le lotte che portiamo avanti sono orientate alla giustizia, all’egualitarismo e alla libertà; esse sono molte e tutte profondamente convergenti: in primis, in una società sempre più povera, il bisogno di una casa diviene sempre più impellente, e la continua occupazione di alloggi (lo stesso Dax abitava in una casa occupata in via Gola) ne è un chiaro segnale, costantemente ignorato dai fautori delle politiche abitative. I provvedimenti del potere trasversali a destra e sinistra sono stati, negli anni, tutti volti a reprimere le istanze di chi lotta senza risolvere al contempo il problema abitativo, che peggiora quotidianamente: è proprio ciò che è successo al comitato di abitanti del Giambellino, i cui militant* sono oggi a processo con l’infamante accusa di associazione a delinquere. Questo intento criminalizzante va respinto e rivolto a chi sgombera e sfrutta, vero criminale antisociale.
A ciò si aggiunge lo sfruttamento lavorativo, già esistente, che si è acuito durante il periodo pandemico. Oggi in Italia abbiamo la spaventosa media di 3 morti al giorno sul posto di lavoro.
Nonostante questo, la conflittualità lavorativa è minima, anche a causa di contratti sfavorevoli e sindacati confederali ben poco combattivi. Un diverso scenario si apre nei luoghi della logistica, avanguardia nelle lotte de* lavorator* che stabiliscono connessioni e legami con tutte le lotte anticapitaliste radicali e rivoluzionarie.
A tal proposito un pensiero non può che andare al passato anno scolastico durante il quale il movimento studentesco ha investito di una forte critica il meccanismo dell’alternanza scuola-lavoro: esso è frutto del sistema e delle sue ingerenze nella scuola. Tale critica si è concretizzata in numerose occupazioni in giro per il paese. Oltre che momenti profondamente politici, tali occupazioni si sono configurate come forme di riappropriazione di confronto e socialità, assenti per tutto il periodo pandemico. Proprio l’aggregazione consente la creazione di comunità scolastiche forti, solide e solidali, arricchenti, al contrario di quegli aridi esamifici che stanno diventando gli istituti italiani. L* student* antifascist* devono lottare quindi per una scuola libera e attraversabile, così come dovrebbe essere la società tutta.
In questo scenario, mentre la collettività paga le conseguenze della crisi climatica, le multinazionali generano extra profitti miliardari e, contrariamente a quanto ci propinano,
il cambiamento non consiste nella crescita incontrollata e irrazionale, ma nel cambiare i modi produttivi, in una modalità diversa di vivere il territorio e l’ambiente.
Perciò la lotta ambientalista è anticapitalista e antifascista: la giustizia ambientale si avrà soltanto togliendo la gestione del mondo dalle mani rapaci dei padroni.
L’antifascismo è quindi una lotta contro l’esistente capitalista in tutte le sue sfaccettature: un discorso antifascista efficace decostruisce quotidianamente capitalismo e patriarcato in vista di un’organizzazione comunitaria, antifascista, antisessista e antiautoritaria; una risposta collettiva all’isolamento tipico dell’assetto liberista attraverso i valori e le pratiche di mutualismo, solidarietà e autonomia. L’antifascismo sociale è perciò uno strumento di rovesciamento dello status quo, utile anche a verticalizzare i conflitti troppo frequenti tra i soggetti marginalizzati.
Questi e innumerevoli altri motivi porteremo in piazza nel ventesimo anniversario del ricordo di Dax e degli scontri all’ospedale San Paolo nella Notte Nera di Milano. Tutte queste e altre istanze declineremo attraverso quattro giornate di memoria e di lotta capaci di comprendere diverse tematiche e di rendere protagoniste le nuove generazioni.
Abbiamo sempre rivendicato l’identità politica di Dax ucciso perché militante antifascista e anticapitalista. In questo lavoro di memoria e attualizzazione non abbiamo mai voluto assumere un tono vittimistico, ma di rivendicazione.
In America Latina si dice “No lo enterramos, lo sembramos”: non lo abbiamo seppellito, lo abbiamo seminato. Da questo seme sono nati progetti, relazioni, eventi, analisi e pratiche che si proiettano verso il futuro radicandosi nel passato.
Quest’anno la memoria di Dax si unisce a quella di Fausto e Iaio, uccisi dai fascisti il 18 marzo del 1978, a segnare una continuità tra queste figure all’interno della storia di Milano.
Una storia viva nella quale riconosciamo le nostre stesse radici, la nostra identità politica.
Il loro ricordo rimane indelebilmente impresso nei cuori di chi li ha conosciuti e amati. La loro più grande eredità è quell’istinto a ribellarsi e continuare a lottare.
Il 18 marzo attraverseremo le strade di Milano con un corteo antifascista nazionale che dirà chiaramente che nessun fascismo può essere tollerato: dal governo ai gruppi militanti, dalla propaganda alle pratiche. Anche la metropoli più gentrificata d’Italia, che emargina i poveri ritenendoli meri ingranaggi della sua costante e sproporzionata crescita economica, dovrà rispondere delle sue politiche distruttrici. Lo faranno anche le multinazionali che avvelenano il suolo privandoci di un futuro, o le grandi aziende che sacrificano le vite dei lavoratori sull’altare del profitto. Le nostre rivendicazioni sono chiare, come lo sono i nostri nemici. In un momento così buio è necessario farci illuminare la strada dalla memoria e dall’esempio dei compagni che sono caduti lottando.
Con Dax, Fausto, Iaio, Renato, Pavlos, Carlos, Frederic e Clement.
NELLA NOTTE CI GUIDANO LE STELLE.